LA PRIMA VOLTA CHE... ho indossato un Saree

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La prima volta che ho indossato un Saree, sotto avevo le scarpe da ginnastica. La prima volta che ho indossato un Saree non stavo lavorando. La prima volta che ho indossato un Saree ero ad un matrimonio indiano, in India. Ero stata invitata due giorni prima, così per caso, perchè curiosa passavo da una baraccopoli arroccata piena di colore, che chiamano la Positano Indiana, e sempre per caso ero stata invitata ad un matrimonio, solo perché passavo di lì, e quel matrimonio era a tre ore da Mumbai. Ci avevano dato appuntamento alle otto e mezza di Domenica, due giorni dopo, per andarci insieme, e dal villaggio al matrimonio ci ero arrivata in una macchina, e in quella macchina eravamo in quindici, quindici davvero, erano solo settanta chilometri, ma noi ci abbiamo messo comunque tre ore e mezzo, perché eravamo in quindici in quella macchina. La prima volta che ho indossato un Saree ho passato tutto il viaggio a chiedermi che cosa ci facessi in quella macchina, in quindici, schiacciata sul finestrino con due bambini che non conoscevo sulle gambe e il fidanzato nel portabagagli. La prima volta che ho indossato un Saree siamo scesi con le gambe anchilosate e l’odore del rigurgito di uno dei bambini, in un posto sperduto, tra le case fatiscenti e le mucche brulicanti nella spazzatura. La prima volta che ho indossato un Saree mi ero messa un pagliaccetto, con i pantaloni a zampa di elefante, che era coprente ed elegante abbastanza, e poi era rosso e mi piaceva così, l’avevo acciuffato a caso dalla valigia disordinata. La prima volta che ho indossato un Saree c’erano dieci donne che mi guardavano e parlavano, riempiendomi di attenzioni, mentre si cambiavano con il vestito elegante delle grandi occasioni nella washing room e poi tiravano fuori quel Saree per me sorridendo. Era stretto, assai stretto, Hanno fatto in modo di farmelo entrare per forza, lo hanno scucito, allargato, e la sposa si è tolta quattro spille dal suo vestito, ha riempito la mia faccia di borotalco e io le ho lasciato fare, poi mi ha fatto chiudere gli occhi e ha tracciato una linea di eye-liner mettendo un Bindi brillante al centro della mia fronte, mi ha guardata e con un inglese zoppicante sorridendo sgangherata e dicendo “very beautiful”. Lei si doveva sposare dieci minuti dopo ma era lì a truccare me e a regalarmi le sue spille, poi hanno ricominciato a parlare tra di loro e dopo qualche minuto è arrivata la più giovane con una collana piena di luce per il mio collo. Ho mangiato quel benedetto riso piccante, con le mani che non lavavo da quattro ore, da quando eravamo partiti da Mumbai, in quindici in quella macchina e sono uscita dalla washing room, c’era il mio fidanzato che quasi non ha pianto a vedermi così, tanto non se l’aspettava e tanto sembravo una di loro. La prima volta che ho indossato un Saree non era un giorno qualunque, era il matrimonio di Priya, di un villaggio di nome Asalpha, con il fidanzato a tre ore e mezza di distanza, che non so bene neanche se si fossero mai visti prima, e ci siamo arrivati in quindici in una macchina, e tutte insieme si sono affaccendate affinché fossi una di loro e lo sembravo davvero. La prima volta che ho indossato il Saree, se ci prestavi un po’ attenzione, potevi intravedere, ed era divertente e imbarazzante, le scarpe da ginnastica.